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A Zacinto

Il sorgere della luna sul mare - C. D. Friederich Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde del greco mar da cui vergine nacque Venere, e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde l'inclito verso di colui che l'acque cantò fatali, ed il diverso esiglio per cui bello di fama e di sventura baciò la sua petrosa Itaca Ulisse. Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura.   E' questo il canto foscoliano della lontananza dalla propria terra natia, di quella terra avvolta in un'aura mitica, la sua Zacinto, per il poeta un'Itaca irraggiungibile. A livello sintattico il sonetto si compone di tre periodi assolutamente eterogenei nella loro lunghezza. Il primo infatti occupa le prime tre strofe e presenta un carattere particolarmente enfatico: ciò viene
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Le ultime lettere di Jacopo Ortis

Un uomo e una donna davanti alla luna - C. D. Friedrich Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch’io per salvarmi da chi m’opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho obbedito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo; quanti sono dunque gli sventurati? E noi, purtroppo, noi stessi italiani ci laviamo le mani nel sangue degl’italiani. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra le braccia straniere

1984

Era una fresca limpida giornata d'aprile e gli orologi segnavano l'una. Winston Smith, col mento sprofondato nel bavero del cappotto per non esporlo al rigore del vento, scivolò lento fra i battenti di vetro dell'ingresso agli Appartamenti della Vittoria, ma non tanto lesto da impedire che una folata di polvere e sabbia entrasse con lui. L'ingresso rimandava odore di cavoli bolliti e di vecchi tappeti sfilacciati. Nel fondo, un cartellone a colori, troppo grande per essere affisso all'interno, era stato inchiodato al muro. Rappresentava una faccia enorme, più larga d'un metro: la faccia d'un uomo di circa quarantacinque anni, con grossi baffi neri e lineamenti rudi ma non sgradevoli. Winston 'avviò per le scale. Era inutile tentare l'ascensore. Anche nei giorni buoni funzionava di rado, e nelle ore diurne la corrente elettrica era interrotta. Faceva parte del progetto economico preparazione della Settimana dell'Odio. L'appartame

Il processo

Gelmeroda III - L. Feininger Qualcuno doveva aver diffamato Josef K. perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato. La cuoca della signora Grubach, la sua padrona di casa, che ogni giorno verso le otto gli portava la colazione, quella volta non venne. Ciò non era mai accaduto. K. aspettò ancora un po', guardò dal suo cuscino la vecchia signora che abitava di fronte e che lo osservava con una curiosità del tutto insolita in lei, poi però, meravigliato e affamato a un tempo, suonò. Subito qualcuno bussò e entrò un uomo, che egli non aveva mai visto prima in quella casa. (Giuseppe Landolfi Petrone e Maria Martorelli, Newton Compton Editori, 1989) Uno dei romanzi più importanti di F. Kafka, “Il processo” segue le sofferte vicende di un impiegato di banca, Josef K., accusato un giorno di una colpa che mai conoscerà, come altrettanto oscura è, d'altra parte, l'organizzazione giudiziaria che vi sta dietro.

Prometeo

Prometeo ruba il fuoco - H. F. Füger   Copri il tuo cielo, Giove, col vapor delle nubi! E la tua forza esercita, come il fanciullo che svetta i cardi, sulle querce e sui monti! Ché nulla puoi tu contro la mia terra, contro questa capanna, che non costruisti, contro il mio focolare, per la cui fiamma tu mi porti invidia.

Prometeo Incatenato

Prometeo Incatenato - Nicolas-Sébastien Adam Sentite invece che pena era la vita degli uomini: erano come dei bambini prima che io li rendessi intelligenti e capaci di ragionare. Non intendo criticarli. Voglio solo spiegarvi l'affetto che mi ha spinto a fare quei doni. All'inizio, avevano gli occhi e non erano capaci di vedere, sentivano senza capire, erano come le ombre di un sogno: vivevano tutta la vita a casa, nella confusione più completa. Alto e imponente si leva quel grido lontano, antico, quasi già divenuto mitico, di un Titano, di un immortale ribelle che trasgredì le leggi severe del cielo. E' la tragica condizione dell'esistenza di Prometeo, di colui che rubò il fuoco per donarlo agli uomini. 

La bella Estate [Approfondimenti]

Pioggia, vapore e velocità - W. Turner I temi trattati sono molti e per alcuni approfondimenti ecco alcuni suggerimenti che vi posso dare.